Nei giorni dal 17 al 21 aprile ho partecipato al corso Equity, Culture, Diversity a Tallinn (Estonia).
Il gruppo di partecipanti era costituito da undici docenti, di cui sette italiani (compresa la sottoscritta) e quattro spagnoli; gli insegnanti erano Tuula Asikainen del CLILedu e Peeter Mehisto, proveniente dal University College London Institute of Education. Il corso si è sviluppato attraverso la trattazione di una tematica diversa ogni giorno, il tutto in lingua inglese.
Siamo partiti il primo giorno da un’attività di conoscenza reciproca, ognuno scrivendo in un foglio tre aggettivi che lo descrivevano e uno che descriveva la scuola di appartenenza; lo abbiamo poi attaccato sul nostro petto, confrontandoci e interagendo tra noi. Il foglio è stato poi tolto e consegnato ai docenti che hanno chiesto “chi era chi” e quali caratteristiche avesse.
Si tratta obiettivamente di una metodologia che potrebbe essere molto utile anche in una classe prima per far conoscere gli studenti tra di loro e obbligarli a interagire fin dai primi momenti di conoscenza.
Abbiamo poi svolto un lavoro a coppie per decidere secondo noi, su una lista di 20 possibili strategie, quale fosse l’ordine di importanza per far ottenere il massimo successo a tutti gli studenti. Abbiamo quindi analizzato i risultati di ogni gruppo, integrati dall’analisi di una ricerca in tal senso effettuata dal pedagogista John Hattie. È emerso che l’elemento più importante è la collaborazione tra docenti. Ci è stato spiegato che in Estonia i docenti si riuniscono volontariamente ogni mese, per 75 minuti, per decidere quali traguardi far raggiungere ai propri studenti e quali strategie adottare. I docenti estoni hanno massima autonomia all’interno della scuola e decidono liberamente cosa fare ogni giorno, in una visione dell’insegnante come professionista, che sa autonomamente come meglio agire per portare tutti gli studenti al raggiungimento del massimo risultato possibile.
Il secondo giorno abbiamo discusso sulla differenza tra equità ed eguaglianza per arrivare all’inclusione. Abbiamo parlato dei valori che ci guidano nella nostra vita, sia privata che lavorativa e ci siamo “avventurati” in un social drama per esercitarci all’empatia.
La conclusione della giornata si è concentrata sul tema della cultura, su cosa rappresentasse per ognuno di noi e perché sia importante.
Il terzo giorno abbiamo iniziato con un esercizio di cooperative learning. Abbiamo successivamente incontrato la vice-preside della scuola che ci ospitava (Pelgulinna GÜmnaasium) che ci ha rappresentato i valori su cui si fonda la sua scuola (autonomia di istruzione e raggiungimento di alti livelli da parte di tutti gli studenti), le modalità di reclutamento dei docenti e l’organizzazione dell’attività didattica.
La giornata è proseguita trattando il tema dell’interculturalità, lavorando sulle figure che possono influenzare e su quali sentimenti suscitano su coloro che subiscono queste influenze.
Il tutto ha trovato un’ottima sintesi in un esercizio fisico a coppie per riuscire a comprendere cosa si prova ad avere il potere sugli altri e come ci si sente ad essere in balia del volere altrui.
Il quarto giorno è stato dedicato alla trattazione degli stereotipi presenti nei libri di testo e di cosa si dovrebbe fare per eliminarli nell’attività in classe. Il pomeriggio è stato dedicato a un’attività presso un museo di Tallinn, con lo scopo di insegnarci a fare in modo che gli studenti diventino più attenti ai particolari.
Il corso si è chiuso il quinto giorno con la trattazione del ruolo delle competenze socio emotive e di come queste possano condizionare le modalità di apprendimento.
Conclusione di rito con la cerimonia di consegna degli attestati di partecipazione con inno e discorso finale da parte dei docenti che ci hanno seguito (in allegato il video).
Cosa dire di questa esperienza? Sicuramente interessante per contesto e possibilità di confronto con altre realtà e stimolante per la novità intrinseca nell’esperienza stessa. In tutta onestà anche un po’ faticosa, soprattutto per l’utilizzo della lingua inglese su contenuti per i quali era necessaria sempre la massima attenzione.
Sabrina Recco